È primavera, ti alleni, mangi bene… ma continui a sentire la pancia gonfia.

May 13, 2025

Ogni anno, nei mesi di aprile e maggio, ricevo decine di messaggi da persone che riferiscono un peggioramento della digestione: gonfiore, meteorismo, digestione più lenta, sensazione di “pancia gonfia” già a metà mattina.

È un fenomeno ricorrente e sottovalutato.

Il dato curioso è che questi episodi non si verificano dopo pasti esagerati o cattive abitudini, ma anche in soggetti che si stanno allenando regolarmente e seguono un’alimentazione curata. In alcuni casi, si trovano addirittura in fase di “definizione”, con un piano ben bilanciato.

Però qualcosa non torna.

Il corpo sembra reagire in modo strano, quasi anomalo. E qui entra in gioco un aspetto spesso ignorato, anche da chi si occupa di nutrizione: la stagione.

Primavera: il cambiamento invisibile che coinvolge l’organismo

 

La primavera rappresenta un passaggio fisiologico complesso.

Con l’aumento delle ore di luce, si modifica l’equilibrio dei ritmi circadiani: ormoni come cortisolo e melatonina subiscono oscillazioni che richiedono un adattamento progressivo.

In parallelo, la motilità intestinale può alterarsi, generando variazioni nella digestione, nella percezione di sazietà e nell’assorbimento dei nutrienti.

A ciò si aggiungono fattori ambientali e comportamentali:

  • maggior numero di pasti fuori casa

  • allenamenti più frequenti o intensi

  • pressioni psicologiche legate alla “prova costume” imminente

Il corpo subisce un sovraccarico silenzioso.
E l’intestino è spesso il primo a manifestarlo.

Perché eliminare le fibre e i carboidrati è un errore

 

Il riflesso più comune, quando ci si sente gonfi, è quello di tagliare.

Fibre, frutta, verdura, carboidrati complessi: tutte categorie che vengono demonizzate perché “fermentano”.

Ma questo approccio è non solo scorretto, ma anche controproducente.

In una fase di adattamento stagionale, privare l’organismo di nutrienti essenziali peggiora la resilienza intestinale e rischia di innescare ulteriori squilibri.

Cosa funziona davvero (e cosa applico in studio)

 

In presenza di gonfiore ricorrente in primavera, il lavoro deve essere graduale e soprattutto basato sull’individualità del soggetto.

Ecco le azioni che risultano più efficaci:

  • Ripristinare un ritmo intestinale stabile: Significa ritrovare una regolarità nei pasti, mantenere una corretta idratazione e ristabilire una routine di sonno adeguata. Durante il cambio stagione, infatti, le ore di luce si allungano, i ritmi si alterano e spesso si dorme meno o con qualità peggiore. Questo impatta direttamente sulla funzionalità gastrointestinale.

  • Identificare e ridurre i trigger individuali (senza generalizzare): Ogni persona ha una tolleranza diversa. Alcuni soggetti reagiscono male a quantità elevate di lattosio, altri al nichel o ai polialcoli. In questi casi, non si tratta di eliminare tutto, ma di modulare. Ridurre temporaneamente un alimento o una molecola sospetta può essere una strategia efficace per osservare miglioramenti e successivamente reintrodurre con criterio.

  • Semplificare le preparazioni: La digestione migliora quando i pasti sono semplici, con pochi ingredienti e cotture leggere (vapore, forno, padella antiaderente). Anche la masticazione gioca un ruolo centrale: mangiare con calma e masticare a fondo è uno dei metodi più sottovalutati per prevenire il gonfiore.

  • Aumentare (lievemente) l’attività aerobica: Inserire camminate post-prandiali o esercizi di respirazione diaframmatica prima o dopo i pasti può aiutare a stimolare la motilità intestinale, migliorare l’assorbimento e ridurre lo stress. Non serve strafare: bastano 15-20 minuti di movimento leggero.

  • Valutare con attenzione l’integrazione: L’utilizzo di probiotici o altri integratori deve essere sempre subordinato a una valutazione clinica. Non sono una soluzione universale e, se utilizzati a caso, possono anche peggiorare la situazione. Quando indicati, possono supportare il riequilibrio del microbiota e contribuire al miglioramento dei sintomi.

Il ruolo (troppo) sottovalutato dello stress psico-fisico

 

In un’alta percentuale di casi, le persone che riferiscono gonfiore ricorrente in primavera presentano anche alterazioni del sonno e livelli elevati di stress.

Dormire poco, vivere giornate scandite da impegni serrati e non avere momenti reali di decompressione crea un carico sistemico che coinvolge, inevitabilmente, anche l’apparato digerente.

L’intestino è uno degli organi più sensibili al carico psico-emotivo.

Quando il sistema nervoso è iperattivato —tipico di chi vive in stato di allerta cronica — la motilità intestinale può diventare irregolare, i tempi digestivi si allungano e aumenta la produzione di gas intestinali.

Il risultato? Sensazione di gonfiore, tensione addominale, digestione difficile, a volte anche nausea o cefalea post-prandiale.

Per questo motivo, prima ancora di intervenire sulla dieta, è spesso necessario lavorare sulla qualità del recupero: migliorare il sonno, distribuire meglio gli impegni quotidiani, ritagliarsi spazi reali di calma.

Tra le strategie più efficaci e accessibili:

  • Tecniche di respirazione lenta e diaframmatica, da praticare al mattino, prima dei pasti o prima di dormire

  • Riduzione graduale degli stimolanti, in particolare caffeina e sostanze eccitanti, nei momenti di maggiore vulnerabilità

  • Organizzazione delle energie personali, imparando a distinguere ciò che è urgente da ciò che può essere rimandato, per evitare un sovraccarico costante

Questi elementi, spesso trascurati, possono fare una differenza concreta nel miglioramento dei sintomi.

Perché la digestione non inizia nello stomaco, ma nel sistema nervoso.

E un corpo in stato di allerta non digerisce bene.

In conclusione

 

Se in questo momento ti senti gonfiore e digestione rallentata, come se il tuo corpo non stesse rispondendo agli sforzi che stai facendo… non è il momento di aggiungere restrizioni o sentirti in colpa.

Molto spesso, si tratta di un adattamento fisiologico non ancora completato.

E per accompagnare il corpo in questa fase, servono strumenti adatti, strategie personalizzate, e un metodo che tenga conto della tua individualità, del tuo stile di vita, e dei tuoi obiettivi.


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